lunedì 28 novembre 2011

Il peso del tempo

Martedì, 07 Marzo 2006
Il peso del tempo
La mia memoria è ancora buona, ed anche se non posso più vedere, ne il sorgere, ne il calare del sole, lo ricordo comunque con assoluta precisione e lo ricorderò per sempre.
Anche ora, ricordo tante e tante cose che per rivederle nuovamente, basta che chiuda gli occhi; e ricordo, e vedo, e sento. Vedo il sorriso dei miei amici, e vedo i miei figli, nei più buffi modi possibili. Vedo e sento l'amore che c'è e c'è stato intorno a me.
Bisogna amare la vita e bisogna anche capirne la cattiveria, perchè questa è il metro di paragone che ci permette di apprezzare la bontà e la bellezza.
Adesso io invece, sono troppo stanca e non ho voglia di apprezzare nulla. Sto troppo male. Desidero solo chiudere gli occhi e rivedere Gio' che mi promise di starmi vicino sempre, prima ancora che venissi al mondo.
Ho bisogno del mio amore di sempre.
Gio' sentì il mio bisogno di lui e arrivò. Mi prese una mano, si sedette accanto a me ed io lo guardai, poi appoggiai la mia testa sulla sua spalla e chiusi gli occhi, mentre lui mi raccontava come il pifferaio magico, le favole che io amavo tanto.
Gio', mi ridiede il sorriso e mi disse:
- Ascolta, e ricorda...........ed io ricordai quanto lo avessi sempre amato.
Stavo male, dovevo avere anche la febbre alta, ma anche se sofferente, Gio' mi ricordò un'isola sospesa nel cielo. Si chiamava Elvrio IV e si trovava esattamente tra i due pianeti gemelli, Orfeo ed Euridice. Era prefabbricata, con metalli pesanti, e Lu all'interno di essa, non vide mai la luce di una stella.
La sua stanza era illuminata artificialmente da lanterne multicolori che ricordavano vagamente quelle terrestri. Vicino ad una di queste lanterne, c'era un grande specchio che rifletteva i pensieri di Lu.
Essa vi appoggiò sopra le sue mani aperte e lo specchio sembrò prendere vita, vi appoggiò pure il volto e milioni di piccole luci glielo accarezzarono, e le orecchie di Lu sentirono pure il fruscio del vento e l'urlo lamentoso, aspro e ripetitivo delle o­nde del mare.
Uno splendido sorriso rallegrò il volto di Lu, che vide attraverso lo specchio, morire una stella. E quando una stella moriva Lu raggiungeva Gio', nella loro isola segreta.
Lu chiuse gli occhi, e dentro di sè sentì tutta la forza della sua energia vitale, che le dava la spinta necessaria per salire sulle ali del tempo e ritornare a casa.
Alla sua casa; sua e di Gio'.
Il corridoio marmoreo era lunghissimo, con i suoi archi e le tende bianche che svolazzavano al ritmo del vento e del mare come in una magica sinfonia.
Lu sentì che quella magia musicale non l'avrebbe sentita mai più.
Sapeva che un ciclo vitale stava per finire ed un altro più elevato stava per iniziare.
Guardò per l'ultima volta i meravigliosi oggetti della sua dimora e ne rimase affascinata. Erano di una bellezza unica.
Li accarezzò con il pensiero per l'ultima volta, e per l'ultima volta amò il vento, il mare e le sue meravigliose tende. Per l'ultima volta amò le stelle che morivano in cielo e per l'ultima volta amò la sua isola segreta, che chiamò: 
" L'isola del sogno di Lu ".
Un sogno che Lu amava tanto, come tanto amava la sua tredicesima notte, che si era perpetuata nei secoli e che il ricordo spariva così lontano, fermandosi solo davanti ad una grotta con la porta intarsiata e incastonata di zaffiri e d'oro puro.
Come per magia, alla fine del corridoio apparve un'ombra.
Un'ombra che apparteneva all'amore del nuovo ciclo vitale.
L'ombra prese consistenza e apparve................Gio'.
Apparve l'amore di sempre. Apparve la vita, apparve tutto.
Lu allungò le braccia e gli corse incontro. Le loro mani si toccarono e da quel tocco d'amore magico, nacque qualcosa che  sarebbe durato per l'Eternità.
postato da: Lucmerenda1 alle ore 06:17 | Link commenti

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