lunedì 28 novembre 2011

Mille stanze

Martedì, 07 Marzo 2006
Mille stanze

La grotta era incantata, ed io stavo remando proprio verso di lei. L'acqua era stupendamente verde e profonda. Sul fondale c'erano sabbia, sassolini, conchiglie e tanta lucentezza.
Lo sfavillio finì, mentre oltrepassai l'entrata della grotta, per arrivare nell'androne scuro.
C'era fresco, e dopo che ci si abituava al buio, si vedevano pareti rocciose, acqua scura e varie scogli sparsi un pò dovunque.
Ritirai i remi in barca per ammirare quello strano androne con i più assurdi colori del buio.
A sinistra, sulla parete rocciosa si stava componendo l'immagine di un palazzo enorme e bellissimo. Scesi dalla barca per vedere meglio. Mi sedetti sullo scoglio accanto alla parete, e riuscii a vedere al di là di questa, dove l'immenso palazzo era avvolte dalla notte, con i suoi alberi, il suo cielo e tutti i colori delle tenebre.
Le finestre invece erano tutte aperte, avevano tende bianche e dietro ad ognuna di esse, c'erano tutti i colori della luce.
Il palazzo era grandissimo, aveva mille stanze e in ognuna di esse, c'era qualche cosa che non avevo mai visto prima, che non conoscevo.
C'era qualche cosa più forte di me che mi faceva avanzare verso quel palazzo enorme; sentivo che era lì, che il destino mi spingeva prepotentemente e che non mi avrebbe permesso di andare da nessun'altra parte.
Mi voltai verso la grotta per cercare un modo di scappare, ma ormai non era più possibile; avevo dimenticato di legare la barca ed essa se n'era andata non molto lontano, ma comunque al buio e tra gli scogli.
Rimasi seduta e disperata accanto alla parete rocciosa. Cercai di rilassarmi, ma su di uno scoglio adiacente al mio, c'era un omino strano. Piccolo, molto bello e sorridente.
- Ciao.
- Ciao. Risposi. Chi sei?
- Mi chiamo Al. Sono tuo amico. Dammi la mano.
- Non posso, non arrivo nemmeno a toccare la tua roccia. Come faccio a darti la mano?
- Chiudi gli occhi e cerca con tutta te stessa di volerlo. Devi volere, non solo con il cuore, ma soprattutto con il cervello.
Ordinaglielo! Devi volere.
Chiusi gli occhi come mi disse Al, ma non fu facile, il mio cervello non voleva ubbidire, ma poi si rilassò ed io mi ritrovai ad occhi chiusi e con tutte e due le mani in quelle di Al. Sentivo calore umano, bontà, affetto e lentamente, lentamente Al mi trasmise serenità e fiducia.
- Non aver paura, se vuoi rivedere Gio', io ti sarò sempre vicino. Perchè io sono la tua forza e il tuo coraggio.
Non avevo più paura. Volevo solo rivedere Gio'.
- Ora non aprire gli occhi ed ascolta. Tu inizierai un lungo viaggio, quello della conoscenza superiore.
Al di là di quella parete rocciosa troverai un palazzo, ed in ogni stanza scoprirai 
un'istruzione diversa, che tu dovrai imparare e non potrai evitarlo.
Quando avrai paura, chiamami ed io verrò da te. Anzi, non dovrai nemmeno chiamarmi, perchè io saprò sempre quando tu avrai bisogno di me. Il palazzo ha due entrate, una a destra, l'altra a sinistra. Tu entrerai da una parte, Gio' da quell'altra, e inizierete il grande viaggio nel mondo del sapere, e quando avrete conosciuto il grande segreto della vita, vi troverete entrambi nella sala centrale, quella enorme, quella che racchiude in se la conoscenza universale.
Lì troverai Gio' e sarà per sempre.
- Grazie Al, vado. Al..........stammi vicino.
- Te l'ho detto, io ti sarò sempre vicino; io sono la tua forza e il tuo coraggio. Io sono una parte di te. Devi farcela Lu, è l'ultimo sforzo per raggiungere la felicità.
- Grazie Al. Devo assolutamente ritrovare Gio'. Devo farcela. Lo devo assolutamente.
- Ce la farai Lu, te lo prometto.
Al di la della parete rocciosa, incastrato nella pietra dell'immenso palazzo, c'era un portone trasparente, dal quale nel silenzio più assoluto, si sentiva vagare nell'aria: la felicità, l'intelligenza, la bontà, la giustizia, la comprensione, la sincerità e tante altre cose meravigliose.
Mi diressi verso la sincerità, che io amavo tanto, e avviandomi verso di lei, mi persi in un sogno fantastico.
Viaggiai in un sogno dove c'era pure la verità e l'onestà, che per millenni avevo creduto non esistessero. Invece esistevano e fu bellissimo incontrarle e sentirle.
C'era pure l'amore per tutte le cose e anche per le persone, c'era l'amore per la vita, per gli animali ed anche per il verde degli alberi, che rappresentavano la bellezza.
L'amore, la bellezza e la verità. Che viaggio eccezionale!
Non ebbi mai bisogno di Al, ma lo sentii sempre vicino. La forza ed il coraggio non mi abbandonarono mai, ma c'era bisogno di coraggio per ammirare la bellezza?
Per guardare nel cuore della verità, forse si, ma io non avevo paura.
Quando arrivai nella sala centrale, trovai Gio'. Era il Gio' che da sempre era dentro di me. Io non avevo vissuto un attimo, senza vederlo e sentirlo.
Quando ci trovammo vicini non ci toccammo nemmeno.
Un vortice d'amore si sprigionò dai nostri cuori e ci avvolse completamente.
Un vortice che accarezzò ogni parte di noi, sia all'esterno che all'interno. Un vortice che accarezzò i nostri capelli, come le nostre anime.
Un vortice d'amore impudente e affettuoso come sempre, nonostante il passare delle vite, delle ere e del tempo.
Com'era possibile trovarsi ad un livello così altamente superiore e scoprire l'amore così simile a quello terreno?
Sentii una risatina provenire da non so dove.
Mi guardai intorno, ma non vidi nessuno, però seppi con assoluta certezza che quella risatina proveniva da Al.
Avevo attraversato le pareti rocciose, avevo visitato tutte le stanze del sapere universale, avevo scalato tutte le montagne, ed ora in cima alla più alta e alla più impervia di tutte, vedevo in lontananza la luce e la serenità di un grande prato verde. Mi voltai verso Gio' e gli chiesi:
- Andiamo?
- Si. Rispose. E' l'ora
postato da: Lucmerenda1 alle ore 07:53 | Link commenti (2) 
Commenti:
 
#1 02 Agosto 2006 - 21:31
 
Non aver paura luc! rosy.
utente anonimo
#2 04 Agosto 2006 - 09:30
 
Non ho paura Rosy, non sono abituata ad averne.
Luc
Utente: Lucmerenda1 Contattami Guarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente.Lucmerenda1

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