Era davvero l 'ora
M' ero addormentata tra le braccia di Gio', ma ora lui non c'era più.
Mi svegliai agitata, sentivo freddo e facevo troppa fatica a respirare, ma con uno sforzo enorme spinsi il bottone del telecomando per far alzare la testiera del letto finche riuscii a mettermi seduta.
Ero molto stanca, ed avevo un mal di testa fortissimo che mi annebbiava la vista. La febbre doveva essere alta e mi portava ad avere le allucinazioni.
Cercavo di prendere qualcosa con le mani, ma queste erano immobili, non potevano acchiappare più nulla.
Poi, senza rendermene conto mi riaddormentai. Sognai una prigione che conoscevo da una vita, ma quella notte stranamente, le porte di ferro della mia terrazza erano divelte.
Le aveva divelte Gio', ed io mi sentii libera.
Uscii dalla prigione di sempre dopo aver indossato un vestito bellissimo, e guardai un cielo blu pieno di stelle luminose.
Non mi voltai a guardare quello che lasciavo, nemmeno una volta.
Davanti a me si ergeva un edificio meraviglioso, un teatro.
Vi entrai, poi dovetti salire dei gradini di legno, che mi portarono in un palcoscenico conosciuto da tanto tempo. Mi fermai e poi guardai in platea; era vuota.
Allora salii le scale che portavano ai camerini, entrai nel mio, mi sedetti in poltrona e pensai a tante cose dimenticate da tempo.
Dopo un po' sentii un megafono che mi avvertiva:
- Signori chi è di scena, signori chi è di scena.
Sorrisi.
Per l'ultima volta scesi in palcoscenico.
Mi svegliai agitata, sentivo freddo e facevo troppa fatica a respirare, ma con uno sforzo enorme spinsi il bottone del telecomando per far alzare la testiera del letto finche riuscii a mettermi seduta.
Ero molto stanca, ed avevo un mal di testa fortissimo che mi annebbiava la vista. La febbre doveva essere alta e mi portava ad avere le allucinazioni.
Cercavo di prendere qualcosa con le mani, ma queste erano immobili, non potevano acchiappare più nulla.
Poi, senza rendermene conto mi riaddormentai. Sognai una prigione che conoscevo da una vita, ma quella notte stranamente, le porte di ferro della mia terrazza erano divelte.
Le aveva divelte Gio', ed io mi sentii libera.
Uscii dalla prigione di sempre dopo aver indossato un vestito bellissimo, e guardai un cielo blu pieno di stelle luminose.
Non mi voltai a guardare quello che lasciavo, nemmeno una volta.
Davanti a me si ergeva un edificio meraviglioso, un teatro.
Vi entrai, poi dovetti salire dei gradini di legno, che mi portarono in un palcoscenico conosciuto da tanto tempo. Mi fermai e poi guardai in platea; era vuota.
Allora salii le scale che portavano ai camerini, entrai nel mio, mi sedetti in poltrona e pensai a tante cose dimenticate da tempo.
Dopo un po' sentii un megafono che mi avvertiva:
- Signori chi è di scena, signori chi è di scena.
Sorrisi.
Per l'ultima volta scesi in palcoscenico.
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