lunedì 28 novembre 2011

Il tempo che passa

Lunedì, 06 Marzo 2006
Il tempo che passa
Driiiiinnnnnnnn..........Il telefono!
- Qui ambulatorio medico, desidera?
- Si......un attimo e glielo passo.
Driiiiiiinnnn.......La porta!
- Buona sera, desidera? wwwoooooowww Francesca, come va?
- Male, il dottore vuole farmi un'iniezione.
- Se ti fa l'iniezione lo picchio, anzi lo frusto. Va bene?
- Non si può fare un pò di più?
- OK, adesso ci penso.
Francesca fu l'ultima paziente ad uscire dalla stanza del dottore. Uscì di corsa, in lacrime, mi saltò in braccio e pianse. Sua madre invece uscì poco dopo, prese la bambina e se ne andarono via.
Prima di uscire, Francesca si voltò e mi disse: " Frustalo. A sangue" .
- Non mancherò, cara. Risposi.
Poi, dopo aver chiuso le serrande, spensi la luce ed insieme al dottore uscii dall'ambulatorio.
Per strada come sempre, il dottore mi disse che avevo uno schifo di macchina.
- Lei mi aumenti lo stipendio ed io mi comprerò un bolide. Comunque anche con questa, visto che lei ha una Mini, posso solo che farle mangiare la polvere. A proposito, dove l'ha rubata quella specie di macchina? Al parco dei divertimenti? - No, madame, l'ho comprata solo per sollazzare lei. Buona notte!
- Ha ragione. Ogni volta che la vedo salire in macchina, mi faccio delle matte risate! Per entrare in quella Mini dovrebbe perlomeno dimagrire un po'. Notte doc.
Ero stanca e me ne andai direttamente a casa.
Quando aprii la porta d'entrata, trovai anche i soliti amici di Roberta, che ormai erano diventati amici stabili di tutti noi.
- Ciao ragazzi.
- Ciao, madre dei Gracchi.
Avevano facce strane quella sera, molto serie e molto interessate al lampadario dell'entrata. lo guardai anch'io, il lampadario ovviamente.
Alzai la testa e vidi legato sotto un braccio un qualcosa che sembrava un palloncino con dell'acqua dentro. Ero troppo stanca per capire, allora mi avvicinai e guardai meglio.
- Toh....... un preservativo!
Poi mi feci tutto il corridoio ed in camera mi buttai a letto vestita. Desideravo riposare un pò, ma non fu possibile. Un orda di dieci ragazzi mi seguì, si buttarono sul mio letto anche loro, e mi sgridarono ferocemente.
- Abbiamo lavorato tutto il giorno per farti uno scherzo, e tu non ti arrabbi nemmeno. Perchè non ci hai strillato?
- AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH! Va bene cosi? Siete soddisfatti?
- Sei una palla!
- E voi dei rompiscatole!
Tonino mi raccontò che aveva incominciato a lavorare al sabato pomeriggio e alla domenica in una pasticceria, e che era diventato espertissimo a fare un pan di Spagna inimitabile.
- Per il tuo compleanno ne preparo uno speciale per te.
- Io invece ti prepare lo zucchero d'orzo. Disse Massimo.
- Visto che non mi sono arrabbiata per il preservativo, adesso volete avvelenarmi per il mio compleanno?
- No. Rispose Patrizia. Se ti avvelenassimo, chi poi ci farebbe i compiti delle vacanze?
- Già, allora posso stare tranquilla?
- Si, puoi stare tranquilla, ma per il tuo compleanno, organizziamo noi. Tu fai solo la spesa.
- Solo? Come siete magnanimi. Grazie dolcezze, adesso volete per favore togliervi dai piedi, prima di inventarvene un'altra?
- OK. Ce ne andiamo. Tu però giovedì fai la spesa, noi venerdì facciamo sega e ti prepariamo un pranzo coi fiocchi. Festeggiamo sabato! Ciao bellezza!
- Ciao splendori!
Festeggiammo sabato, e.............." felici e contenti sopravvivemmo tutti! ". Davvero! Nessuno ci restò secco.
Dopo aver fatto la spesa prevista per quel giovedì, preparai anche tutto per fare un buon pasticcio di lasagne.
Il giorno seguente, Tonino arrivò in grembiule bianco e già questo ci fece piegare in quattro dalle risate.
Mentre Massimo si toglieva il maglione e si arrotolava le maniche della camicia per posizionare vicino al fornello, in ordine di grandezza, tutti contenitori di zucchero che aveva intenzione di usare, io gli legavo in vita il mio grembiule a fiorellini. Gli stava d'incanto.
Chiamai le mie figlie e Patrizia:
- " Tesori spettacolari, unici ed incantevoli ", datemi una mano a riempire la teglia del pasticcio. Così, per domani sarà pronto.
Tonino invece accese il forno, frullò le uova e lo zucchero per mezz'ora, poi volle "silenzio assoluto". Il pan di Spagna per raggiungere il massimo della sua magnificenza, abbisognava di "silenzio assoluto".
Io, Roberta, Andrea, Patrizia, Valentina e Cristina scappammo dalla cucina perchè le risate stavano per farci piangere. Ritornammo ricomposte mezz'ora più tardi. In cucina regnava la disperazione più assoluta.
Lo zucchero d'orzo di Massimo era brodo, e il pan di Spagna di Tonino era una cosa che non si capiva bene cosa fosse. Sembrava una frittata. Le loro facce erano disperate.
- Su, non prendetevela tanto, si può sempre ordinare qualcosa.
- Il mio zucchero sarà pure brodo, ma il tuo, più che un pasticcio è un gran casino.
- Si, ma il mio casino è mangiabile, il tuo zucchero, no. Però lo si può sempre usare al posto della ceretta! Non disperare.
Non so perchè, ma ci guardammo ed attaccammo a ridere.
Di quello che prepararono quel giorno, poco risultò commestibile, ma la mattina seguente ordinai al ristorante un pranzo decente. Per quel sabato, giorno del mio compleanno, mangiammo bene, ma non mangiammo ne lo zucchero d'orzo di Massimo, ne il pan di Spagna di Tonino. Però ci divertimmo tanto.
C'era un legame particolare tra noi, un legame d'affetto, ma soprattutto un legame allegro. Bastava guardarci per sentirci sereni e scherzosi.
Vecchi e tanto cari ricordi!
Dopo qualche anno la vita ci divise, e Massimo non lo vidi più. Era andato ad abitare in un'altra città.
Tonino invece incontrò una ragazza  che fu il sogno dell'anima sua dal primo istante che la vide. Per lei rubò dei fiori dal tavolo del ristorante, s'inginocchiò ai suoi piedi e glieli regalò, lei sorrise e...........
Fu così che entrambi sparirono nel turbinio della vita.

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