lunedì 28 novembre 2011

Mimose nell ' acqua

Mimose nell ' acqua
 
Avevo appena firmato un contratto per tre giorni di lavoro in un film, che ora non ricordo più nemmeno il titolo, ma si trattava di un matrimoio. Salutai e me ne andai.
Una volta chiusa la porta dell'ufficio alle mie spalle, mi ritrovai sola in un giardino che sembrava quello dell'Eden. C'era un silenzio movimentato solo dalle foglie degli alberi che si facevano muovere da un leggero venticello. Ero davvero felice.
Con queso lavoro potevo comperare tante cose indispensabili per i miei figli e potevo comperare anche i pantaloni della misura giusta. Perchè i pantaloni dei figli che crescevano erano sempre corti? Non potevano crescere anche loro come i figli?
La siepe laterale era tagliata da poco e nella piscina a sinistra, galleggiavano tante palline gialle, cadute nell'acqua, da un vicino albero di mimose. C'erano anche molti cespugli di tutte le tonalità del verde.
Poi vidi un ombra che prendeva corpo, ma rimaneva immobile a guardarmi.
Mi avvicinai lentamente fino a scoprire che l'ombra era di un uomo bellissimo.
Solo poi, mi disse, che come mi vide, gli sembrai un angelo sperduto tra i cespugli. Un angelo sorridente e felice.
- Io, sono Fausto. Tu non puoi avere un nome, sei un sogno. Come posso chiamarti sogno dell'anima mia?
- Mi chiamo Luc.
- Ti chiamerò Luce. Come la luce del sole. Come la luce che è entrata ora nel mio cuore.
La sua faccia era una delle più belle che fossero mai apparse sullo schermo. Anche la stazza era notevole.
- Lavori con noi? Mi chiese.
- Si, da domani. Risposi.
- Domani.........Dovrò aspettare un'eternità! Dove vai ora?
- Devo prendere la macchina.
- Ti accompagno.
Mi prese sottobraccio come se ci conoscessimo da sempre.
Oltrepassammo il cancello della villa. Mi tolse le chiavi di mano, mi aprì la macchina, poi una volta seduta dietro il volante, me le restituì e mi chiese sorpreso:
- Gli angeli sanno guidare?
- Si, ma solo quelli luminosi. Risposi scherzando.
- A domani.
- A domani.
Mi fu difficile mettere in moto. Nemmeno la macchina voleva allontanarsi da quell'uomo magnetico. Però, purtroppo partì.
L'indomani dopo essermi vestita e truccata, entrai nella sala del banchetto.
Come aprii la porta, vidi Fausto; mi stava aspettando.
Allungai entrambe le mani per stringere le sue, ma lui le prese e le baciò entrambe, poi mise un braccio intorno alla mia vita e per tre giorni di lavoro non ci lasciammo mai.
Parlammo di tante cose e mi contò pure tutte le dita delle mani per essere certo che fossi vera.
Non ci lasciammo un attimo. Però mi disse: - non preoccuparti, se per un pò non ci sentiremo e non potremo vederci. Io ti sarò sempre vicino comunque, e la tua luce sarà sempre con me. Ed un giorno ci rincontreremo e sarà per sempre. Non fare domande. Solo...........credimi.
Dopo i tre giorni di lavorazione, non ci vedemmo, ne ci sentimmo mai più; Fausto stava morendo di cancro.
Lo venni a sapere solo due anni più tardi. Quando lui ormai non c'era più.
Il suo ricordo non mi lasciò mai.
postato da: Lucmerenda1 alle ore 11:19 | Link commenti

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