lunedì 28 novembre 2011

Nefertiti

Nefertiti
Era rimasta incinta, così fu bandita da casa.
Era una gatta siamese. Cercava un posto dove vivere, ma nessuno la voleva. Veniva cacciata via a calci. Un giorno, nel palazzo di fronte a casa mia, lo vidi io stessa, venne scaraventata giù dal terzo piano, con il manico di una scopa.
Si sparse la voce che la gatta era cattiva e pericolosa. Era doveroso stare molto attenti. Cercarono di acchiapparla, ma nessuno vi riuscì.
Un giorno oltrepassò uno dei cancelli di casa mia e venne a trovarsi nel mio giardino.
Sulla stradina lastricata di mattonelle rosse si fermo, proprio vicino alla siepe di pini esattamente nel momento stesso in cui mi vide. Si fermò spaventata, rizzò il pelo, la schiena s'ingobbì, le unghie retrattili uscirono dai polpastrelli, e soffiò in modo poco rassicurante, pure le vibrisse si rizzarono impaurite.
Vidi la più bella gatta del mondo.
Era spaventatissima e immobile. Terrorizzata. Ordinai ai bambini di allontanarsi immediatamente, ed anche mia madre lo fece subito.
Mamma mi disse: " Luc fermati, non lo fare! E' pericolosa." Parole dette solo al vento.
Ne io ne la gatta scappammo, ci fermammo entrambe, ci guardammo ed io vidi due occhi immensi, azzurri, più azzurri del cielo. Occhi che mi stavano valutando. Le dissi:
- Sai, la vita è dura per tutte, sia donne che gatte. In questo caso, però la tua è una vitaccia. Nemmeno la mia sai, è un granchè; davvero. Però io sono sicura che da qualche parte ci sia un mondo migliore per tutti, anche per noi due. Tu che ne pensi?
- Io non posseggo alberi magici, ho solo un albero di cachi, un ulivo, cespugli di fiori; le rose no hanno le spine, però il glicine rampicante è molto bello! Vuoi restare con me? Ho solo questo da offrirti, oltre ad una ciotola piena tutti i giorni.........e il mio amore per te. Ci stai?
Mi alzai lentamente ed il mio braccio destro l'afferrò stringendola a me, mentre la mia mano le bloccava le zampe anteriori. La mano sinistra invece le bloccava le zampe posteriori. Restammo così per un pò, mentre il cuore della gatta batteva all'impazzata, allora chinai la mia testa sulla sua e con la guancia destra incominciai lentamente ad accarezzarla. Per un pò cantai sottovoce una tiritera per bambini, poi incominciai a darle bacetti sulla testolina.
Dopo non so quanto tempo incominciò a calmarsi.
Come lei si calmava io allentavo la presa delle mie mani, finchè non ci trovammo entrambe fiduciose, distese nell'erba, che si trovava tra i pini e la stradina di mattonelle rosse.
Poi entrammo in casa. Volevo dare da mangiare alla mia gatta che in quel momento decisi, si sarebbe chiamata Nefertiti.
Nefertiti, fu sempre e solo mia.
Era intelligente e sopportò con rassegnazione tutta la mia famiglia.
Sopportò anche le mie figlie che quache volta le misero addosso i vestiti delle bambole. Però poteva diventare una furia selvaggia, se qualcuno, sia pure per gioco, si fosse azzardato a farmi del male. Per me fu una guardia del corpo.
Dormirono sempre sui miei piedi, sia lei che i suoi due cuccioli che nel frattempo erano venuti al mondo.
Il più delle volte, Nefertiti visse accucciolata sulla mia spalla. E io ero felice di avercela. Il vivere con la mia gatta sulle spalle, mi costò per l'ennesima volta il soprannome di " Strega ".
Trent'anni dopo la sua morte, una notte il suo spirito venne a trovarmi, saltò sul mio letto e si accucciolò sui miei piedi come una volta e per un pò mi tenne compagnia. Io la sentii, la riconobbi subito e cercai di non muovermi, per non disturbarla.
Fu un momento straordinario.
Forse il ricordo di un amore che non morì mai, nonostante il passare del tempo.
Anche gli animali hanno un'anima.
postato da: Lucmerenda1 alle ore 07:24 | Link commenti

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...