lunedì 28 novembre 2011

Ricordi del passato

Martedì, 28 Febbraio 2006
Ricordi del passato
Una volta scesa dal taxi mi trovai davanti ad un teatro che poteva solo emozionare il cuore.
Rimasi li, ferma, a guardarlo senza dire una sola parola. I miei colleghi mi raggiunsero, silenziosi, e stranamente notai che nonostante la segatura e le pigne che avevano in testa, erano tutti pettinati, come per le grandi occasioni.
Entrare in quel teatro dove un tempo lavorò Eleonora Duse, fu per noi com'entrare in una cattedrale.
Nessuno aveva più il coraggio di dire cretinate.
La gradinata e le colonne dell'entrata erano consunte dal tempo, ed anche il palcoscenico e i camerini sembravano pezzi d'antiquariato.
Lo spettacolo che avremmo presentato la sera seguente era collaudato, e la prova ci serviva solamente per prendere atto delle proporzioni, delle misure e del sonoro della platea, anche se il pubblico avrebbe avuto a disposizione delle cuffie traduttrici.
Arrivare in quel teatro per il Festival delle Nazioni, fu come raggiungere un qualcosa che il nostro pensiero non avrebbe mai avuto la presunzione di arrivarci, nemmeno con la fantasia più sfrenata. Invece eravamo li, spauriti, spaventati e ci guardavamo tutti sorridendo per infonderci quel coraggio che tutti avremmo voluto avere, ma che in realtà nessuno possedeva.
La sera del nostro spettacolo fu un ricordo che non sparirà mai dai nostri cuori. Fu come veder realizzato qualcosa di bello, di grande, di insperato.
Un sogno mai sognato.Fummo i più bravi, e vincemmo il Festival delle Nazioni.La vita di un attore è strana, ti porta nei teatri più splendidi, come nei teatri più miserevoli. Non possiedi una casa, non hai una vita tua, non hai amici, forse non hai nemmeno nulla di autentico.
Alle volte mi caricavano in macchina ancora assonnata e andavamo a recitare in teatri mai visti prima.
Altre volte invece prendevamo la macchina, per andare a mangiare in posti strani. Molto spesso non sapevo proprio dove mi trovassi. Mistero! Sì, il fascino dell'ignoto.
In un posto che non ricordo più, c'era un parco dei divertimenti meraviglioso. C'erano le montagne russe, che una volta salita sulla macchinina, mi portavano così in alto da farmi sentire fuori dal mondo, per poi riportarmi a terra
 
in un posto che ancora dovevo conoscere.
Non ebbi molto tempo per conoscerlo quel posto,  perchè dovemmo ripartire presto.
Questa volta dovevamo raggiungere la Germania, per prendere poi la nave traghetto che ci avrebbe portato in Danimarca. Faceva freddo e umido, la nave e tutto il resto era grigio. Di quel viaggio ricordo molto poco. Rammento solo che il nostro scenografo, che per mangiare quello che voleva lui, disegnava il cibo su di un pezzo di carta che poi passava al cameriere.
Ricordo come una cosa meravigliosa i letti di Copenaghen, dove lenzuola e imbottite erano bianche e sistemate sul letto come sacchi a pelo. Per dormire al calduccio dovevamo chiudere la lampo.
Quanti ricordi!

Anzi non solo ricordi, ma pensieri, emozioni, vittorie e sconfitte.
Da Copenaghen ripartimmo subito. Dovevamo rispettare il contratto che avevamo, prima con Roma, poi con Madrid.
In Spagna arrivammo dopo cinquantaquattro ore di treno.
Eravamo stanchissimi, ma vedemmo ugualmente sia le corride, e pure la famosa processione pasquale di Madrid. La vedemmo dall'alto di un appartamento proprio sulla piazza principale dove s'incontravano tutte le strade. Per ogni via, con saio di colore diverso, i peccatori chiedevano perdono al Signore di tutti i loro peccati, chi frustandosi, chi piangedo, chi scrivendo i propri peccati su un pezzo di carta per poi gettarla al vento.
Però come sempre, noi dovemmo ripartire. Dovevamo arrivare prima a Barcellona e poi a Toledo.
Com'era bella la vita, nonostante tutto! Com'era affascinante! Era come avere mille sogni, e tutti realizzabili. Era come vivere sulle montagne russe e urlare dal panico, ma con tanta ed infinita gioia.
Mi svegliai sconvolta da un ricordo spaventoso, che mi angosciò anche se ormai era passata quasi tutta una vita. Avevo pochi mesi quando scoppiò la seconda guerra mondiale. Ed ora non potevo che ricordare, ma era doloroso anche il ricordo. Allora cercai di riaddormentarmi, ma fu difficile, perchè anche se io ero invecchiata, i ricordi erano estremamente chiari e lucidi. Chiusi gli occhi e cercai di pensare ad altro, ma non fu facile.

postato da: Lucmerenda1 alle ore 01:05 | Link commenti

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